Vaccinazione obbligatoria e deriva totalitaria – Appunti per una resistenza giudiziaria (IV Parte)
(continua)
Conflitti di interesse
La parte più interessante, ma anche più difficile da dimostrare in sede giudiziaria, è quella dei conflitti di interesse. È semplicemente evidente che esiste una qualche logica di scambio tra le case farmaceutiche e i loro rappresentanti politici, burocrati, medici da avanspettacolo, che ne portano avanti le motivazioni e le campagne. Qui sarebbe necessaria un vero e proprio lavoro di intelligence per vedere in che modo gli interessi privati si intrecciano con quelli pubblici ad ogni livello. Di per sé questo non potrebbe essere prova decisiva ma portare questi interessi alla luce del sole destituirebbe certamente la “credibilità” di cui si vantano molti esperti onnipresenti in TV. Passare al setaccio la loro storia politica e professionale, scoprire a chi devono la loro posizione, il loro reddito, che frequentazioni hanno, che finanziamenti hanno ricevuto, a chi devono la loro carriera.
Sono consapevole che è un capitolo difficile, ma – se fossimo adeguatamente attrezzati – sono certo che sarebbe quello più sorprendente. Ci vorrebbe forse un altro Assange o Snowden per scoprire tanti altarini, e forse aprire questo capitolo, con le modeste forze dei “cittadini” e “consumatori” può apparire utopico, ma almeno un tentativo in tale direzione andrebbe fatto.
La sproporzione tra costi e benefici
La legittimità di un provvedimento normativo, ancora, non può essere frutto solo di una arbitraria valutazione di discrezionalità politica. Essa va giustificata in termini di una analisi costi-benefici che invece non è mai stata, di proposito, condotta. Non basta dire “i provvedimenti sono fatti per tutelare la salute, e per tutelare la salute QUALUNQUE COSA è lecita”. No, non può funzionare così, neanche sul piano della costituzionalità dei provvedimenti.
Intanto i benefici non possono invocare un generico “principio di precauzione”. Essi devono essere sempre supportati da una base scientifica adeguata. Sebbene sappiamo come la comunità scientifica e accademica sia penetrata dagli interessi delle grandi corporation, esiste comunque una deontologia scientifica che è difficile violare. Difficilmente senza alcuna evidenza scientifica si produce un articolo scientifico (ricordiamo tutti lo scandalo dell’articolo su Lancet, ma – appunto – questo è stato poi ritirato e appare un caso limite).
Noi pretendiamo di conoscere una serie di articoli scientifici che dimostrino, numeri alla mano, che l’uso prolungato (ad esempio per i ragazzi a scuola) delle mascherine riduca, attraverso il ridotto aeorosol, in maniera determinante non tanto i semplici contagi quanto i ricoveri. Ma, ancora peggio per i vaccini, non basta che un’agenzia pubblica dica “è affidabile”, se la comunità scientifica non ha modo di controllarne gli effetti e pervenire ad un consenso unanime su efficacia, e rischio, soprattutto rischio di medio-lungo termine che ad oggi non è valutabile per definizione.
Ma, anche dando per buono il “beneficio”, esso va confrontato con il “costo”. Esistono decine di tecniche di valutazione scientifica dei provvedimenti pubblici, non solo la classica “cost-benefit analysis” ma anche il “social return on investments” ed altri ancora, sulle quali qualche tempo fa ho anche investito scientificamente. Tutte tecniche VOLUTAMENTE IGNORATE da una comunità politica che sembra seguire una ben precisa agenda decisa altrove.
Di quali costi stiamo parlando?
Intanto ci sono i COSTI ECONOMICI propriamente detti dalla continua chiusura. Effetti incalcolabili di redistribuzione del reddito (si pensi al passaggio generalizzato agli acquisti on line) con conseguenze devastanti sul tessuto economico del Paese. È da irresponsabili pensare che la “chiusura” sia giustificata sempre e comunque sul piano sanitario. Si dice, erroneamente, che se non c’è la salute non ci può essere l’economia. È vero soprattutto il contrario! Se non c’è l’economia non ci saranno soldi per prevenzione, ospedali e terapie intensive! La distruzione dell’economia è un crimine non peggiore della diffusione di una malattia. Milioni di persone oggi sono alla fame, intere economie e amministrazioni pubbliche sono al dissesto per l’assoluto squilibrio nel considerare i “costi” della dittatura sanitaria; costi che evidentemente le élite non pagano di persona, ricevendo anzi una rendita per il loro collaborazionismo.
Poi ci sono gli spaventosi COSTI AMBIENTALI causati dall’uso dissennato e generalizzato delle mascherine, il cui smaltimento sta diventando realmente un problema: si vede che si è “verdi” a giorni alterni, a seconda delle convenienze.
Ancora, soprattutto sui giovani, che sono i meno colpiti dalla malattia ma forse i più colpiti dai folli provvedimenti in atto, ci sono i COSTI PEDAGOGICI (le Scuole allo sbando per un periodo di tempo praticamente infinito), i COSTI PSICOLOGICI (che diventano quasi psichiatrici, sotto molte forme, dalla psicosi del contagio, alle depressioni, ai suicidi, all’aumento dell’aggressività e della violenza), i COSTI SOCIALI (dati dalla distruzione di qualunque forma di aggregazione e socialità spontanea, che sia quella amicale, familiare, religiosa, sportiva,…).
Si tratta di costi non calcolati da nessuno neanche di striscio. Per le “autorità” oggi esiste solo il Covid, e tutto deve essere piegato a questa necessità. Se i processi non si celebrano, se negli uffici pubblici non si trova nessuno, se non ci celebrano regolari elezioni amministrative, e così via, sembra che tutto ciò abbia un peso pari allo zero assoluto. Tutto ciò è semplicemente enorme. Solo un clima artificioso di continua tensione psicologica può oscurare la mente al punto da non avvedersi della assoluta inaccettabilità della rinuncia, potenzialmente definitiva, a qualunque forma di vita normale.
Perché sì, è solo un’illusione che tutti questi provvedimenti, vaccino incluso, servano per tornare alla normalità.
Qualche giorno fa, per condensare il succo del problema, ma neanche tanto sintetizzando, mi sono trovato ad affermare, e lo ribadisco ancora oggi:
«Non illudiamoci che facendo anche tre vaccini al giorno e mettendoci una mascherina di piombo, facendo distanziamento sociale con il coniuge e non abbracciando più i figli, o facendoci tracciare sin nelle mutande, torneremo alla vita normale. Finché comandano “questi qua” (rivolto tanto alla cricca di governo, quanto ai loro manutengoli “esperti”), alla vita normale non torneremo MAI PIÙ!»
A quanto ammonta il “costo” della perdita della “vita normale”? Nessuno lo conta? C’è nessuno? Sembra di no.
Si dirà: però abbiamo la salute. Sì? Davvero? Siamo sicuri che la tutela della salute e la prevenzione delle malattie sia migliorata in tempi di Covid? La realtà sembra un’altra. L’ossessione del Covid ha distrutto finanche l’ordinaria tutela della salute. Impossibile parlare con i medici di base. Rinviate anche le più urgenti operazioni. Accantonato tutto ciò che non è “Covid19”. L’umanità si avvia, per tutelarsi da una, sola, specifica, influenza, ad un inferno dei viventi senza via di uscita.
Su questa sproporzione tra costi e benefici, e quindi sulla totale irrazionalità di TUTTI o quasi i provvedimenti sin qui presi o da prendere non dovrebbe essere difficile portare evidenza empirica nelle sedi giudiziarie più opportune.
Conclusioni
Prepariamoci a resistere dunque. La lotta si preannuncia dura, durissima, ma non per questo dobbiamo rassegnarci.
Non è solo la difesa da un vaccino potenzialmente pericoloso e funzionalmente non necessario. Esso non è il punto di arrivo di questa colossale messa in scena.
Esso, purtroppo, appare solo il punto di partenza per un progetto scellerato che ormai è sotto gli occhi di tutti, altro che “complotto”! Stiamo assistendo ad una deliberata, e altrettanto COLOSSALE ALTERAZIONE DI TUTTI I RAPPORTI SOCIALI, ANZI A UNA LORO POTENZIALE E GENERALIZZATA DISTRUZIONE e, con questa e grazie a questa, ad una pericolosissima DESTRUTTURAZIONE DELL’INTERO SISTEMA ECONOMICO (il cosiddetto “reset”) E SUA RIPROGETTAZIONE SU BASI SPAVENTOSAMENTE VERTICALIZZATE SU SCALA GLOBALE.
Non siamo quindi solo di fronte a un singolo abuso o ad una singola legge incostituzionale cui opporsi, né soltanto di una associazione a delinquere guidata da un qualche interesse economico.
Siamo di fronte ad una sperimentazione sociale senza precedenti, finalizzata ad un disegno globale di tipo eversivo, anzi sovversivo, dell’intero ordine economico, politico e sociale umano.
Un disegno talmente criminale che qualunque iniziativa sul piano giudiziario non potrebbe vederlo nascosto.
È il momento di organizzarsi e di resistere, con ogni mezzo, a iniziare da quello della conoscenza, forse il più difficile ma il più importante, continuando con le azioni giudiziarie, di piazza, politiche e di ogni tipo, DI OGNI TIPO!
(Fine)
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