Appello alla vigilia di una battaglia importante
Siamo arrivati alla vigilia delle elezioni amministrative di Palermo. Sono elezioni importanti? Sì. Sono vitali per le sorti della Sicilia? Sinceramente, no.
Le sorti della Sicilia si decidono in altre consultazioni, soprattutto alle regionali e alle politiche.
Ma le elezioni amministrative di Palermo e di Messina, a dispetto del loro nome, non sono solo amministrative. Le due città hanno una dimensione politica, e preparatoria delle consultazioni più ampie.
Purtroppo non ho avuto tempo di seguire bene la situazione di Messina. Temo, per la grande città siciliana, che a questo giro non ci siano reali alternative. Non c’è stata una parte della società civile che si è fatta trovare pronta all’appuntamento. Ed è un peccato, anche se potrei sbagliarmi, per non avere seguito abbastanza da vicino le caratteristiche della politica cittadina.
Di Palermo posso parlare molto meglio.
E faccio una considerazione molto serena al riguardo.
A tutti i sondaggi risulta che più del 50% dei Siciliani, anche se strettamente unitari, si sentono prima di tutto siciliani e sono ben consapevoli della condizione coloniale della Sicilia. Più del 40%, a tutti i sondaggi, risponde, almeno con il cuore, di essere per l’indipentenza della Sicilia. In ogni caso, qualunque sia la loro idea dei rapporti tra Sicilia e Italia, almeno il 30% della popolazione sa che l’Italia intera è sotto un regime globalista oppressivo che toglie diritti, libertà, dignità, lavoro, riservatezza, tutto.
In queste condizioni l’unica candidatura che esprime realmente questa ribellione, quella del Sindaco Lomonte, pur con tutti i veti incrociati, non dovrebbe prendere meno del 25%. Nella realtà “pare” ne prenderà solo una frazione relativamente piccola. Così dicono i sondaggi, più o meno manipolati. Sorpreso? Niente affatto. So benissimo come funziona il voto amministrativo, specie in Sicilia, aiutato da una legge elettorale infame.
Però è un’occasione che molti elettori stanno sprecando, ed è a loro che vorrei rivolgermi.
Liquidiamo subito le due candidature civiche “minori”. Non voglio neanche parlarne particolarmente male: ogni santo ha i suoi devoti. Per quel che ho capito della candidatura della Barbera chi ha acquisito le consapevolezze di cui ho detto sopra non troverà traccia di alcuna sensibilità del genere. Una candidatura fuori dai partiti, con un tocco di “sinistrese” che secondo me è solo un retaggio del passato. La candidatura della Donato è indecifrabile, e tutto sommato dannosa per la causa, nonostante la grande visibilità mediatica. Mi sembra interna a quel sistema che vorrebbe combattere, e molto personale, senza dimenticare che il passaggio dalla Lega per noi siciliani dovrebbe essere una macchia da diluire solo dopo molto tempo. Chi mi dice che domani non torna da quelle parti? Ma non aggiungo altro, non mi piacciono le polemiche ad personam.
I “padroni” del voto sembra debbano essere gli altri tre, cioè l’espressione della vecchia partitocrazia italiana. Anche qui niente di personale. Ferrandelli non mi ha fatto nulla di male, non si offenda se lo definisco un po’ arrivista (non ha ancora raggiunto la Caronia nei record di “cambi di casacca”, ma promette bene), in ogni caso che ci fa con Calenda? Sapete chi è Calenda? Sapete cos’è + Europa? E i sempiterni “radicali”? Ma stiamo scherzando? E chi sa che l’Europa ci sta togliendo pure le mutande COME FA a votare per loro? Come fa l’amico Filippo Occhipinti a candidarsi con quella bandiera? Misteri della natura. Spero restiamo amici dopo il 12, anche se davvero certe cose stento a comprenderle.
Poi ci sono i continuatori di Orlando, gli alfieri del PD, cioè quelli che governano sempre anche se perdono, i corifei dell’antimafia di facciata che in Sicilia non fa crescere neanche l’erba. Ma COME SI FA a votare per loro?
Poi ci sono i dinosauri democristiani, forzisti, etc. cioè i feudatari del vecchio voto clientelare, e pare vincano loro stando ai sondaggi. Ma – dico – che diritto hanno i loro elettori dopo il 12 giugno di lamentarsi? E anche in questi due schieramenti potrei citare nomi e cognomi di cari amici che stanno cercando il loro posto al sole.
Cari concittadini palermitani, ascoltatemi, avete ora, e chissà se l’avrete un domani, una occasione unica per cambiare canale. Non sprecatela. Non scoraggiate chi ha sfidato le catene che avvincono Palermo, perché quelle catene potrebbe poi non togliervele più nessuno. Se avete figli che stanno emigrando, sappiate che votando così male è CERTO che non torneranno più, perché la Sicilia non avrà alcun futuro, né men che mai la sua derelitta capitale.
Non vi piace Ciro Lomonte? C’è qualcosa nella sua lista o nella sua persona che non vi convince? State piuttosto a casa allora. Ma, in tutta onestà, non c’è altra candidatura che consenta di cambiare pagina.
Quanto ai cd. sicilianisti che, con un candidato della loro stessa area politica, invitano al non voto o votano schieramenti avversi, no comment. Magari sono gli stessi che dal 13 invocheranno ipocritamente all’unità. Unità dei Sicilianisti che ha un unico denominatore, “non votare mai per Siciliani Liberi”: no, grazie. Io premio coloro che ce l’hanno fatta a presentare una lista (niente affatto scontato) e che ci stanno mettendo la faccia.
Il 13 vedremo che scenario si è creato. E’ solo una battaglia, non è la guerra. Ma è una battaglia importante.
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