Astenersi o Votare: il dilemma dei dissidenti
Queste elezioni sono diverse da tutte le altre che abbiamo conosciuto. Sono a dir poco surreali. Da che esiste la rappresentatività nessuna elezione è stata perfettamente trasparente, però, però,…. un minimo di dialettica tra Governo e Opposizione c’è sempre stata. Le classi dirigenti hanno sempre approfittato della loro posizione, ma mai avevano aggredito con tale ferocia le tasche e la stessa vita delle classi sottomesse.
Quello che abbiamo visto dal 2020, anzi dal 2019 con la pagliacciata dei “Friday for Future”, è roba da lasciare sgomenti: le costituzioni svuotate, lo stato di diritto un ricordo, l’informazione ridotta a pura propaganda, un’agenda disumana ormai alla luce del sole, la sicurezza mondiale stessa messa apertamente a rischio. In una parola il “disvelamento” di quello che fino a pochi mesi prima tutti noi, io compreso, consideravamo solo “complotti”. E sapete come si dice “disvelamento” o “rivelazione” in greco? Apokalypsis… C’è da tremare a pensarci. Ma è bene tenere i nervi saldi.
Non tutti, inondati come siamo di propaganda, hanno capito cosa sta succedendo. Per farlo bisogna mantenere lucidità, avere senso critico. Non è da tutti. Molti sono conformisti per natura, altri per paura di vedersi crollare addosso il mondo di certezze su cui si fonda la loro esistenza. Ma quando le certezze ti vengono contro come un treno, o ti svegli o ti svegli. E sempre più persone si stanno svegliando dal torpore della TV. Spesso non sono i più giovani, non me ne vogliano i ragazzi, più indifesi degli adulti, perché privi di un confronto diretto con la propria diretta esperienza, a meno di non aver acquisito faticosamente la “memoria storica” attraverso un percorso personale difficile e smarcato dalla fuffa ufficiale; non è per tutti. Anche i più anziani sono fragili: l’età gioca spesso brutti scherzi, il passato si dimentica, la mente non è sempre capace di un rigoroso e coraggioso esame della situazione. I 50nni di oggi, ancora freschi e lucidi, e memori dell’ultimo mondo normale, quello degli anni ’80, sembrano essere la sacca di resistenza più dura per il regime.
Ma tutti, giovani o meno giovani, hanno opposto una massa critica temibile ai demoni al potere. Stimo intorno al 30% la popolazione che è completamente alienata dalla narrazione ufficiale, che si tratti di vaccini, di Ucraina, di energia, di gender, di Europa, di “green”, di “rivoluzione digitale” o qualunque altra porcheria ufficiale. Gente che ha capito, che simula consenso per sopravvivere, ma che rovescerebbe volentieri tutto.
E stimo in un altro 40% un “ventre molle” della società, ondeggiante, ma recuperabile. Un ultimo 30% della popolazione, invece, non sarà recuperabile fino al cambio di regime. Sono i delinquenti, i cerebrolesi dalla propaganda ufficiale di continuo terrore, gli stupidi, gli opportunisti. Per ora lasciamoli stare. Lotteremo anche per loro.
In questa condizione le elezioni non possono che essere truccate o comunque distorte. Draghi (e nel suo piccolo Musumeci) hanno precipitato la fine della legislatura per evitare che i dissidenti avessero il tempo di organizzare un’unica lista potente di dissenso, e finanche di raccogliere le firme. Non ci sono riusciti del tutto, ma in parte sì. Distorte nei soggetti che le praticano, distorte nella legge elettorale, distorte nell’accesso all’informazione politica, e così via. Ma con tutta la distorsione di questo mondo, le elezioni danno fastidio alla partitocrazia serva delle élite al potere. Danno fastidio, non hanno avuto il tempo di organizzare un bel voto postale o elettronico, in cui il vincitore si sappia dall’inizio, come al Festival di San Remo.
La gente è stanca, alcuni non vogliono votare più, neanche per chi potrebbe ribaltare il tavolo. E un po’ li capisco.
Questa gente, però, per quanto comprensibile, è la migliore alleata del regime. Ha in mano la chiave per rovesciare tutto, ma non lo fa.
Diceva Orwell in 1984 che i proletari, se avessero voluto, si sarebbero potuti liberare della sovrastruttura del regime socialista con una semplice scrollatina. Ma, ignoranti, divisi, inerti, non lo avrebbero mai fatto.
Il 25 settembre abbiamo una occasione unica per rovesciare tutto. Rovesciare anche i pronostici, i sondaggi, che vengono sempre dalla stessa fonte, non dimentichiamolo.
E, male che vada, se non prenderemo il controllo del Parlamento (e dell’Assemblea regionale), potremmo finalmente avere ciò su cui si fonda qualunque ordinamento democratico: UNA VERA OPPOSIZIONE. L’Italia non ha più alcuna opposizione: la “Meloni”, oggi additata addirittura come il “pericolo fascista”, è completamente interna al sistema, una opposizione addomesticata, che prenderà il timone per condurre il gregge sempre secondo i dettami della stessa agenda.
C’è chi dice: e se i partiti antisistema fossero nuovi gatekeeper? Come i 5 Stelle per capirci… E allora,… al loro interno ci sono, non dimentichiamolo, ex 5 Stelle che, in questi 5 anni, non hanno tradito (soprattutto in Vita), e quindi che meritano fiducia. Poi, sì, forse ci saranno, qua e là, ma stare a casa sembra la scelta peggiore. Se solo il 20% dei piddini va a votare e votano tutti PD…. non salta proprio nulla. Diranno che hanno preso il 100%. Poi con chi ce la prendiamo? Non si possono costruire “società alternative”, non illudiamoci: lo Stato arriva con la sua repressione dappertutto. Non ti piace la scuola e fai quella “parentale”? Arriveranno, se vogliono, a proibirtelo. Ti impongono lo SPID per esercitare qualunque diritto di cittadinanza. e lo fanno. Vogliono toglierti il contante, e lo fanno. Potrei continuare… Cosa fai? Ti difendi con le armi? Non hai né avrai mai la forza dello Stato. Lo Stato, questo ente impersonale, che può essere un angelo o un diavolo a seconda di chi lo manovra, è insostituibile. Prima lo capiamo tutti, meglio è. Tutta la società civile, le imprese, le associazioni, le famiglie, esistono finché lo Stato glielo consente. E oggi lo Stato è nelle mani di affaristi internazionali senza scrupoli né pietà. Io voglio lo Stato di Sicilia, perché per il migliore stato italiano saremmo sempre cittadini di serie B (o Z?). Ma per costruirlo devi prima impossessarti del simulacro che oggi esiste già: la Regione, e infiltrarti nello stesso Stato italiano, per portare a casa sempre più funzioni e risorse, fino all’indipendenza, prima di fatto, e poi di diritto.
Non possiamo lasciare lo Stato a questi delinquenti. E poi magari lagnarci, ma di che?
E poi che ci costa votare?
Diamoglielo questo schiaffone a chi ci governa! Quando ci capita di nuovo questa occasione?
Alle politiche non si sono uniti i partiti antisistema? Forse è giusto, è meglio così. Ce n’è per tutti i gusti, dai comunisti ai fascisti, passando per tutte le sfumature politiche. Basta dare questo segnale. Avete Italexit, Vita, Italia Sovrana e Popolare, Alleanza per l’Italia,…. Vedete chi si candida nel vostro collegio e poi scegliete.
In Sicilia è ancora più facile: c’è solo un partito, piccolo Davide che sfida Golia. Questa donna, Eliana Esposito, apparentemente così lontana dalle logiche politiche, ha avuto il coraggio di sfidare le vecchie cariatidi della politica, più o meno verniciate di nuovo, ma fradicie marce dentro.
Siciliani Liberi è un’occasione unica. Ne hanno paura. I sondaggi li minimizzano. Ma se i Siciliani Liberi entrano in ARS si apre una fase nuova della storia della Sicilia.
Volete veramente continuare con un immobilismo che ci sta conducendo alla tomba?
Una cosa è certa: Siciliani Liberi, dopo 5 anni, è ancora qua, ed è qua per restarci, e poco alla volta liberare la Sicilia.
Non si torna indietro.
Facciamo una bella sorpresa alla vecchia politica il 25 settembre.
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