Ciro Lomonte riunisce a Palermo le forze “anti-sistema”

Sono molto contento che l’amico Ciro abbia accettato di candidarsi a Sindaco di Palermo. Ci sono molti motivi per esserlo.

Palermo è stata letteralmente sbranata dalla partitocrazia italiana, e specificamente dalla indegna sindacatura del sempiterno “Ollando”. Sulle spoglie di quella che fu la capitale siciliana, gli zombie dei vecchi partiti mettono in lista i loro faccioni, chiedendo ancora una volta spudoratamente la fiducia alle loro vittime.

Certo, c’è un voto di appartenenza, più o meno clientelare, più o meno feudale.

Certo, c’è una stampa locale appiattita sull’offerta “che c’è”, attentissima ad oscurare qualunque cosa nuova si muova, non parlandone, minimizzandola, cercando di non metterla in gioco, perché sa benissimo che se entrasse in gioco spiazzerebbe in quattro mosse il vecchiume esistente.

E quindi, tra vecchie pratiche politiche e crescente astensionismo, potrebbero ancora farcela.

 

Ma questa volta è diverso. Che piaccia o no, ormai le forze che si oppongono a questo sistema hanno trovato la forza di mettersi insieme, e insieme è semplicemente CERTO che supereranno lo sbarramento del 5%. E quindi è altrettanto certo che lo scenario politico palermitano (e siciliano) è destinato a cambiare in modo irreversibile. Del resto i partiti ormai sono in stato avanzato di necrosi, e passano i loro ultimi mesi o anni a litigare furiosamente tra di loro. Siamo alla vigilia di grandi cambiamenti, e sono contento che tra i nuovi protagonisti di questo cambiamento gli indipendentisti siciliani siano in prima linea.

 

Certo, le liste “triciclo” hanno i loro inconvenienti. Perché gli indipendentisti di Siciliani Liberi hanno raggiunto un accordo amministrativo con “Italexit” e il “Popolo della Famiglia”. Hanno i loro inconvenienti, perché – come sanno anche i più inesperti – in politica i voti non si sommano. Ogni forza ha le sue incompatibilità. Ci sarà l’elettore del “Popolo della Famiglia” che non gradirà qualche laico o addirittura laicista nelle altre due liste non perfettamente allineato con le loro sensibilità, e viceversa. Ci sarà qualche elettore di Italexit che per troppo “patriottismo italiano” non sopporterà l’indipendentismo di Siciliani Liberi, e ci sarà, al contrario, chi, per troppo sicilianismo, non tollererà un simbolo in cui ci sia un elemento tricolore che ricordi lo Stato italiano. Vero. Ma è anche vero che in politica, soprattutto alle amministrative, bisogna scegliere se si vuol fare testimonianza pura, o se si vuole entrare nelle istituzioni per cambiarle, per incidere davvero.

Siciliani Liberi da sola prese poco meno del 2% alle scorse elezioni comunali. In tutti i sondaggi Italexit è dato un punto circa in più e il Popolo della Famiglia un punto circa in meno. Fate un po’ i conti. Qua si fanno i consiglieri, questa volta estranei alla partitocrazia, e questo è importantissimo. Poi ci sono i voti di preferenza e ognuno può puntare su chi ritiene più vicino. Ma questo a bocce ferme. Se mettete in conto il crollo del vecchio sistema davvero non si sa come andrà a finire.

 

Ciro Lomonte è un sicilianista inflessibile. Non è mai sceso a compromessi con i partiti italiani dell’eptarchia che governa l’Italia e colonizza la Sicilia. La sua figura è garanzia sicura per tutti gli autonomisti e indipendentisti, ma è anche importante perché attribuisce ai sicilianisti il coordinamento di questo schieramento. Un’occasione unica per il nostro mondo. Ma è anche noto per il suo sostegno alle politiche familiari che stanno a cuore al PdF. Ed anche per il suo dissenso con il partito unico europeista e della “dittatura sanitaria” che ha oppresso il nostro stato in questi anni, e può quindi essere garanzia piena anche per gli elettori di Italexit. Personalmente rispetto ma sono lontano da questi due partiti, e tuttavia ritengo il momento eccezionale almeno per tre motivi e quindi ritengo sia il momento di evitare troppa “puzza sotto il naso”.

 

Primo: il sistema che oggi governa è basato su un’oligarchia finanziaria che vuole asservire tutti gli uomini, che disprezza tutte le forme di democrazia e autogoverno dei territori, distrugge la società civile, la dignità della persona umana e la famiglia. Questa alleanza sintetizza l’unione di tutti coloro che hanno capito il pericolo di questa realtà distopica e vogliono preparare un futuro diverso.

 

Secondo: per l’indipendentismo in particolare è un’occasione unica di visibilità. Vinte (anche in relativo) queste elezioni, si tirerà la volata per le elezioni regionali, dove a breve ci presenteremo con un nostro candidato e lì, vista la natura politica delle consultazioni, con una lista tutta nostra, che a quel punto avrebbe buone probabilità di avere una rappresentanza in Assemblea.

 

Terzo: l’unione fa la forza. Questa volta non si fa “testimonianza”! Di testimonianze ne abbiamo fatte sin troppe. Nella confusione, anzi marasma, politico in atto, non solo potremmo avere i consiglieri, ma potremmo prendere addirittura il Comune (o, meglio, le macerie che troveremo). E lì dimostreremmo a tutti i Palermitani, e quindi a tutti i Siciliani, che un’alternativa di buon governo alla partitocrazia globalista, serva e ladra ad un tempo, è possibile. Palermo può diventare il laboratorio di una nuova Europa dei Popoli.

 

Per far questo però c’è bisogno dell’aiuto e dell’entusiasmo di tutti i cittadini palermitani che vogliono cambiare pagina e far ridiventare Palermo quella capitale che merita di essere. Dobbiamo raccogliere candidature non solo al Comune ma anche alle Circoscrizioni. Questa volta la posta in gioco è alla portata. Tutti coloro che fossero interessati e fossero di area indipendentista o sicilianista, per le quote di candidati di nostra competenza, devono farsi vivi in questi giorni, mentre è aperto il cantiere delle liste. Contattate subito Ciro e il suo staff.

 

Oggi abbiamo una speranza di libertà e di benessere (bonu statu e libirtati) come si diceva nel Vespro. Giochiamo questa partita da protagonisti. Questo è il momento.

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