La Menzogna e la Speranza
Quand’ero più giovane ero consapevole che ogni governo, dalla notte dei tempi, ha sempre cercato di manipolare e di influenzare l’opinione pubblica e che quindi spargeva bugie. Per esempio, per restare a qualcosa di recente, la famosissima Strage di Portella della Ginestra è stata “venduta” (e lo è ancora) nella maniera più funzionale al sistema.
E quando un “fatto” dà troppo fastidio, anche proponendo letture distorte, lo si cancella del tutto, come la foto di Trotsky ai tempi di Stalin.
Una di queste è la Rivolta del Sette e Mezzo (1866). Nei libri cui avevo accesso da ragazzo sulla storia italiana del 1800 erano riportati tutti i “moti”, anche i più insignificanti, ma dell’unica rivolta antiunitaria, proprio all’indomani dell’annessione della Sicilia all’Italia, proprio mentre l’Italia, su altro fronte, era impegnata nella III Guerra d’Indipendenza, non c’era letteralmente alcuna traccia: cancellata, sparita, non pervenuta.
Quando poi, molti anni dopo, ma non troppi anni fa, qualcuno la dissotterrò dagli archivi della storia, e costrinse gli storici “di sistema” ad esprimersi in materia, con convegni appositi, questi, sprezzantemente, la dipinsero come una rivolta “clerico-mafiosa”, amen, una prece.
Tutto questo lo sapevo, è vero. Ma la mia consapevolezza si fermava là. Una, due, cento bugie ci potevano stare. Ma questo non significava vivere in un vero e proprio “Regime di Menzogna”, dove la verità, tutta la verità, è ricostruita artificialmente ad uso dei polli-sudditi, per manipolarne in modo scientifico le coscienze ed ottenere i comportamenti e le convinzioni programmate. Non solo non ne ero consapevole, ma, se qualcuno mi avesse prospettato questa visione del mondo, mi sarei irritato non poco, dando dello stupido “complottista” all’ipotetico interlocutore. Ma pensa! Adesso ci ingannano sempre!? Ma figurati, ci sono fatti “oggettivi”, possono darne letture distorte, ma addirittura “creare i fatti”? No, dai, non crediamo agli asini che volano…
Dal 2019 qualcosa è cambiato, e da un momento ben preciso. Prima mi è venuto (come a Fantozzi) un “leggerissimo sospetto”. Poi, man mano che i mesi passavano, il “Velo di Maya” cominciava a lacerarsi, a cadere a pezzi, e la Menzogna istituzionale, diventava ai miei occhi sempre più chiara ed evidente. Il momento preciso è stato quello dell’ondata di manifestazioni giovanili “spontanee” della Thunberg. Solo un “cretino”, perdonate la crudezza, poteva pensare che quelle manifestazioni fossero realmente spontanee. Venivo da un certo attivismo politico e ne conoscevo i limiti, i problemi organizzativi, finanziari, comunicativi, e così via. Chi vuole fare opposizione al sistema, su qualunque tema, trova muri enormi da scalare. Quando hai fatto un po’ di attivismo (che ora non faccio più, per inciso) riconosci ad occhio nudo le manifestazioni vere da quelle “orchestrate”.
Mi colpì quella volta, e mi scandalizzò non poco, il fatto che, forse per la prima volta nella storia, questa false flag non era organizzata da un governo o governicchio o cricca nazionale o locale, essendo bensì una manovra planetaria. Avrei capito più tardi che quella era la “dichiarazione di guerra” con cui è iniziata la III Guerra mondiale. Ci ho messo un po’ di tempo a capire.
Per quanto avessi metabolizzato, per la prima volta in vita mia, che si possono organizzare “menzogne planetarie”, con dispiego illimitato di risorse a sostegno, non avevo però ancora capito che il fenomeno, già di per sé inquietante, non era affatto isolato, ma prodromico ad una costruzione ingegneristica della realtà che di lì a poco avrebbe travolto ogni residuo di normalità.
Questa consapevolezza è arrivata definitivamente nel biennio del terrore “pandemico”. Lì ogni immaginazione distopica possibile è risultata superata dalla realtà. Anche lì, all’inizio, feci qualche fatica a capire. Tra febbraio e marzo 2020 ero “inquieto”, ma ancora disponibile a credere che si trattasse tutto sommato di un incidente di percorso. Ad aprile cominciai a capire che qualcosa nella narrazione ufficiale non funzionava proprio, da un punto di vista logico. Poco dopo il disegno criminale mi apparve rapidamente chiaro in ogni suo aspetto.
La narrazione “Covid” è stata (non entro nei dettagli, chi ha capito non ne ha bisogno, chi non ha capito, non capirà mai) uno dei più grandi inganni planetari che la storia umana mai ricordi. Un esperimento sociale, non sanitario, sulla capacità del genere umano di avere “resilienza” (nome tratto dalla tecnologia per indicare l’incapacità di reazione) rispetto ad ogni tipo di vessazione, privazione, abuso, violazione di principi, più o meno sacri.
In quel momento, quando la nostra libertà, il nostro benessere, la nostra stessa salute e vita, furono messe in pregiudicato, tante altre priorità e battaglie del passato, anche recente, sono passate immediatamente in secondo piano, pur senza sparire.
La cosa più terribile di quella esperienza non furono però le discriminazioni, il linciaggio pubblico, il dover occultare le proprie convinzioni, la privazione di libertà e diritti umani fondamentali (teoricamente garantite dalla Costituzione), e infine la minaccia di perdere finanche ogni mezzo di sostentamento (sventata fortunosamente, ma questo è un fatto personale). No, non fu questo terribile. La cosa peggiore è stata la solitudine di chi aveva capito, il cordone sanitario di disprezzo e odio, ma anche di invidiosa rassegnazione di chi aveva capito ma non poteva o non aveva il coraggio di resistere altrettanto. A spanne… un 15% della popolazione si è eretta ferma contro il disegno criminoso, in larga parte al di fuori del potere che conta. Il restante 85% ha invece “creduto” a tutto: che il Covid non fosse una influenza come tutte le altre, manipolata in laboratorio per essere un po’ più letale, almeno nelle sue fasi iniziali, che i provvedimenti restrittivi della libertà fossero necessari, che era meglio sacrificare la libertà per la vita, che bisognava salvare i nonni, che il virus girava dopo le 18, che le virostar erano medici che parlavano per il nostro bene, come a Domenica In e tutto il cucuzzaro, che il vaccino era salvifico, sicuro ed efficace, e così via. Hanno creduto a tutto e ci hanno disprezzato. Con violenza. Se fossimo stati un po’ meno numerosi, avrebbero potuto tranquillamente deportarci in “campi di contenimento”, forse anche sterminarci, circondati dalla “banalità del male”.
Si sono rotte antiche relazioni, rapporti di fiducia, di amicizia, di parentela. E, aggiungo, per sempre.
Hanno spinto la sperimentazione al massimo, poi sono stati costretti dagli eventi a rinviarne una implementazione. E adesso siamo in un momento di relativa tregua, almeno su questo fronte. In questo un grande merito è stato proprio di questo 15% di resistenti.
Il più grande inganno dell’età contemporanea dunque? Non esattamente. A questo punto, antichi sospetti e dubbi ci hanno assalito e, anche se non si tratta più di cose che impattano direttamente sulla nostra vita, ci siamo chiesti “ma se ci hanno ingannato in questo modo, condizionando persino l’ultimo sapere ‘sacro’, ormai quello della scienza e non della religione, quest’ultima piegata totalmente ai diktat positivistici e pienamente collaborazionista, perché mai dobbiamo essere così sicuri che sia la prima volta?”. Eravamo già convinti della bufala delle “Torri Gemelle”. Ora tutto ci sembrava ancor più chiaro: i passaporti cartacei trovati tra i detriti bruciati dalle fiamme, i tre aerei e tre edifici che cadono, ma con la particolarità che un aereo non cade sul terzo edificio che cade, ma – per errore – sul Pentagono, le restrizioni di libertà per la successiva “guerra al terrore”, che poi non sono andate più via….
E, ancora indietro, ci si strabuzzano gli occhi, sì, il mitico “Sbarco sulla Luna” del 1969. Ho resistito fino all’ultimo contro i “complottisti”. Poi, quando sento dire che, nel 2022, non sanno fare le tute che sapevano fare nel 1969, il castello di carte crolla, e tutto acquisisce un senso nuovo. Il Lem che sembra avvolto nella stagnola, la “telefonata” con il Presidente, la Cristoforetti che ci dice che per ora “possiamo mandare gli astronauti solo nella bassa orbita terrestre, ma fra qualche anno ‘toneremo’ sulla Luna”. I computer da un chilobyte che non sbagliano un colpo, l’aggancio con il modulo lunare ad “occhio”. Stento a crederci, mi dico “ma che m’importa in fondo?”, ma l’evidenza dell’inganno è ormai incontenibile, se non a prezzo di dosi industriali di ipocrisia, di cui non sono ancora capace, di cui non sarò mai capace.
Non avrei voluto mai sdoganare le “scie chimiche”. Che diavolo ne so se e cosa spruzzano gli aerei nel cielo? Che affidabilità può avere uno stupido che fa un video e dice cose a caso? Nulla, via, siamo sul piano di rettiliani e terrapiattismo. Poi, però, però… alzo gli occhi in cielo e vedo “condense” che durano più di 24 ore, mentre quelle che osservavo da bimbo mi divertivo ad aspettare qualche secondo che sparissero… E tanto altro, anche i meravigliosi effetti del voto postale ed elettronico, che ha preferenze piddiote innate, ma che non si può mettere in discussione…
Insomma, facciamo anche finta di nulla. In fondo si deve pur vivere in modo quieto. Ma, poco a poco, se il “sospetto”, la semplice “evidenza”, le deduzioni logiche, si incontrano con le elementari conoscenze economiche, storiche, sociologiche, politiche, finanche tecnologiche di cultura generale, di cui dispongo, i pezzi del puzzle vanno poco a poco al loro posto, e con tutto lo scetticismo professionale di questo mondo, gli indizi diventano sempre più gravi, precisi e concordanti.
E la conclusione è, per usare un’espressione di Putin (che non è certo uno stinco di santo), che viviamo in un vero e proprio “Impero della Menzogna”.
Il Covid ha avuto il merito di svelarla, magari al 15% della popolazione, ma l’ha svelata per sempre.
Una volta che hai perso la fiducia nella comunicazione ufficiale, la ascolti come i comunicati dell’Eiar di Mussolini o dell’Istituto Luce: ti domandi sempre dove vogliono arrivare, di cosa ti vogliono convincere, che comportamento vogliono indurre in te. E siccome, alla fin fine, con tutta l’IA di cui dispongono, sono piuttosto naif, le bugie sono sempre più sfacciate ed evidenti. E tutto appare nella sua chiarezza lampante, dall’importanza dei pagamenti elettronici per evitare l’evasione, alla digitalizzazione per farci essere più moderni, alle magnifiche e progressive sorti della società inclusiva e multiculturale, ai pregiudizi da vincere per conquistare i nuovi diritti, ai ritrovati dei dietologi di grido che ci diranno quali mangimi per umani assumere per essere salubri e sostenibili. Impari le parole di regime, le riconosci: inclusione, sostenibilità, diritti, pari opportunità. Parole in genere bellissime, nel loro significato originario, ma ormai vuote e piegate, pervertite ad usi sordidi.
E siccome l’esperimento Covid è stato spinto (e relativamente riuscito) grazie alla paura, allora vai con le “paure di stato”. Anzi le si istituzionalizzano. Ti mettono la “Paura” nel telefonino, con una app semi-obbligatoria, che ti dirà quando allertarti e tapparti in casa come un “sorcio” (chi usava questa bella espressione?) e tu ubbidirai.
Finita (o, forse e purtroppo, temporaneamente sospesa) l’emergenza vaccinale, ecco l’emergenza bellica. Dobbiamo avere paura dei Russi, forse anche dei Cinesi, anzi – diciamolo chiaramente – dobbiamo “odiarli”. Dobbiamo credere che la guerra è pace, come Orwell insegnava. Dobbiamo capire che se lo stipendio non basta più per fare la spesa, è per un “bene superiore”. Stiamo lottando per la democrazia e la libertà, di cui il regime di Kiev è campione indiscusso, a parte qualche strana svastica che ogni tanto spunta qua e là. Ora cambia il paradigma: da “la vita vale più della libertà”, si passa a “la libertà vale più della vita”, con estrema nonchalance.
E poi, dopo e durante l’emergenza bellica, c’è quella ambientale: stiamo distruggendo il mondo. Spegnere il condizionatore non serve solo per la pace, ma anche per eliminare i morti di caldo. Può sembrare strano, controintuitivo, ma a quanto pare è proprio così: niente carne o latte, niente auto privata, niente casa di proprietà, pochi e malandati gli stessi vestiti, il 90% del territorio restituito alla “natura”. Ma è sempre per un “bene superiore”.
Quindi, nessuna speranza? Dobbiamo rassegnarci a una fine così ingloriosa? In un video su youtube si teorizza il trionfo del mondialismo nel 2054. Beh, mi dispiace per figli, discendenti, allievi, successori… Nel 2054, avrò, se Dio vuole, 87 anni, e quindi… potrei anche sopportare di chiudere gli occhi poco dopo in una distopia che altri vivranno.
Ma non è così. Ci sono anche buone ragioni di speranza che questo progetto fallisca. Questo progetto posa, come l’esperienza Covid insegna, in fondo sull’accettazione generalizzata della Menzogna.
Se ancora una volta l’85% la accetta, il restante 15% potrà essere schiacciato più o meno impunemente.
Ma il regime non ha fatto i conti con un problema, insolubile. A ogni menzogna quel 15 % cresce e quell’85% diminuisce.
Chi ha capito con il Covid non torna indietro. Ma si aggiungono nuove schiere. Esasperati pro-vax non sono convinti che le bombe a grappolo o l’uranio impoverito siano “strumenti di pace”. Quanti sono? Il 3%? Il 5%? Anche questo poco viene assalito dal “leggerissimo sospetto”… E una volta che il sospetto ti assale, non torni più indietro.
Va bene, il regime regge anche con l’80% di conformisti.
Poi arriva il “green” e lì anche gli elettori milanesi di Sala cominciano ad essere assaliti da un leggerissimo dubbio… Quanti sono? Chi sono questi che capiscono il trucco satanico delle finte politiche ambientaliste? Quelli che non capiscono perché nei giornali se la temperatura va a 25° la mappa si colora di rosso lava? Sono gli stessi di prima, i famigerati “no-vax”? Sì, forse, ma si aggiunge un’altra fettina di opinione pubblica, che si disaffeziona, e per sempre, alle verità di regime.
Va bene, il regime regge anche solo con il 75% di conformisti. Ma, erodi oggi, erodi domani….che fai? C’è chi resta perplesso dalla svolta woke della Disney o dai campioni negli sport femminili trans-women…. Oggi perdi uno, domani ne perdi un altro. La partecipazione al rito elettorale cala sistematicamente. E chi vota, vota sempre più antisistema. Infiltri l’antisistema, crei gate-keepers, ma sempre più elettori diventano attenti, riconoscono l’inganno. Poco a poco non si controlla più tutta l’opinione pubblica.
E allora che fanno i regimi liberal-democratici? Spolverano tutto l’armamentario dei regimi del XX secolo: bastonate e idranti per i manifestanti, censura sui social e così via.
Ma è questo un segno di forza? No, è un segno di estrema fragilità, di debolezza, di paura. Non spaventatevi. Sono loro ad essere spaventati.
Erano forti negli anni ’80, quando tutti credevamo a tutto, come tanti boccaloni. Quando chi oggi vi scrive votò per la Costituente europea, perché credeva nel sogno europeo. Allora sì che erano fortissimi di un consenso totalitario o pressoché tale. Non avevano bisogno di manganelli o censura.
Ma le censure e i manganelli fanno sempre l’effetto opposto: fanno svegliare la gente, la incuriosiscono, perché questo o quest’altro non si può dire? E lo dicono di nascosto, fino al crollo del regime.
A ogni ulteriore bugia, a ogni colpo agli interessi della classe media, a ogni repressione, la base del consenso si erode un altro po’, e quella già alienata si radicalizza ancor più. È matematico, a un certo punto il sistema schianta, collassa su se stesso.
E questa è la nostra Speranza, che è quasi una certezza. L’Impero della Menzogna durerà quanto la Nato e il primato del Dollaro, cioè molto molto poco. Non so se dopo sarà meglio, ma certo questo progetto è ormai condannato.
E non è neanche ora questione di azioni sociali o politiche specifiche da organizzare, o di elezioni nelle quali presentarsi. Questo si vedrà, è bene qualcuno se ne occupi, al momento opportuno, ma non è determinante.
Ciò che è determinante è lo scollamento dell’opinione pubblica, lenta ma inesorabile, dalle verità di regime. Non disperate se vi sentite ancora circondati da tanti “babbei”. Si sveglieranno, prima o poi, in molti, tranne alcuni, che non si possono svegliare mai più.
La minoranza degli “ortodossi” diventerà sempre più sottile, fino a diventare insostenibile. I sostegni di facciata al regime diventeranno sempre più formali e ipocriti. Un piano inclinato. È già successo. Nel 1800 l’Irlanda fu annessa all’Inghilterra, perdendo il proprio Parlamento, perché si temeva che la maggioranza cattolica, senza diritti politici, e quasi senza diritti civili, potesse un giorno prevalere sulla minoranza protestante. Ma erano troppi. Dopo soli poco più che 30 anni si dovettero concedere i diritti politici a tutti gli irlandesi, sperando che almeno fossero messi in minoranza a Londra. Ma com’è andata a finire? Che, nonostante tutto, alla fine gli Inglesi se ne sono dovuti andare, ritagliandosi un pezzettino dove potere prevalere, e forse ora dovranno cedere anche questo. Niente è per sempre. Soprattutto quando si tratta di opprimere una maggioranza consapevole.
Quindi, il mio modesto consiglio è quello di aspettare fiduciosi, e nel frattempo, però, sul piano personale, fare tutti, ognuno di noi, qualcosa.
Date picconate, anche a colpi di stuzzicadenti, alle menzogne. Lasciate che la verità serpeggi. Il regime combatte i pesci grossi che si espongono troppo, ma con i plancton non ci può.
Primo: documentatevi, cercate di leggere criticamente tutto ciò che vi circonda, e non riprendete mai “complotti” che non abbiano i caratteri dell’evidenza inoppugnabile.
Secondo: boicottate tutto ciò che il sistema vi chiede, come potete. Vi dicono di prendere a destra e fate l’opposto. Diffondete, come potete, opinioni e comportamenti, anche con l’esempio, contrari al sistema, stando sempre accorti a non esporsi troppo.
Terzo: distribuite dubbi sui soggetti border line e lasciate perdere i pasdaran del regime. Usate l’arma dell’ironia, dite le cose indirettamente, fatele capire più che dirle espressamente. Chi ne ha gli strumenti e le risorse culturali, approfondisca e comunichi, con la dovuta prudenza, con gli strumenti di cui dispone.
Quarto: vivete normalmente, senza alcuna ansia, la vostra vita di ogni giorno. Fatevi vedere saldi e tranquilli mettendo in ridicolo la nevrosi del potere.
Quinto: quando sarà il momento, non tiratevi indietro nel dare il vostro piccolo o grande contributo, al rovesciamento del regime, ma solo quando sarà veramente il momento.
L’area del dissenso è destinata a crescere, a prevalere, a ribaltare tutto: sursum corda dunque. Forse ci attende un futuro con un contenuto di verità e dignità della persona umana superiore persino a quello del passato che oggi siamo costretti a rimpiangere.
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