Se la Sicilia fosse indipendente…

Mi segnalano questo Video su Youtube.

Qualcuno, non so chi, comincia ad avere paura dell’idea di una Sicilia indipendente, e, pur ammettendone le potenzialità, cerca di delegittimarla.

Gli argomenti usati sono:

1. La sicilia sarebbe un “piccolo” paese europeo.

Non risulta che i piccoli stati, come Malta, o di dimensioni paragonabili alla Sicilia (Irlanda, Danimarca, Lituania, Croazia,…) siano alla canna del gas. Fuori uno. È un argomento farlocco.

2. La Sicilia  sarebbe in prima linea sotto il “fuoco” delle immigrazioni irregolari.

Beh, questo è quello che già accade ora. Secondo me è il contrario. Nessun africano vuole specificamente venire in Sicilia. Saremmo evitati come la Tunisia, e troverebbero il modo di sbarcare direttamente in Calabria. Forse risolviamo un altro problema.

3. Dovremmo fronteggiare da soli la lotta alla mafia senza il supporto dello Stato italiano.

Veramente, checché ne dicano alcune corti italiane timorose di mettere lo Stato sul banco degli imputati, la mafia è il più amaro dono della dominazione italiana. Per certi versi la mafia, come associazione a delinquere generica, è ormai un fatto universale, che trova nel Continente forme più organizzate e potenti (la Ndrangheta, ma si trovano associazioni di questo tipo in Germania, al Nord Italia e oltre). Mentre se la intendiamo come “Cosa Nostra”, cioè la longa manus dello Stato italiano per tenere buona e zitta la Sicilia, mi pare che sia ormai un ricordo o quasi. Senza l’appoggio dello Stato italiano, Cosa Nostra non ha più nessuno sponsor: con la dominazione italiana è venuta, con la dominazione italiana se ne va.

4. Avremmo il problema della corruzione.

Si presume qua che l’Italia sia meno corrotta della Sicilia. Il presupposto è fattualmente falso, e non merita quindi alcuna precisazione ulteriore. È l’Italia la madre di tutte le corruzioni esistenti.

5. La Sicilia indipendente avrebbe poche infrastrutture.

Certo! L’Italia ha messo le infrastrutture siciliane sistematicamente all’ultimo posto nella propria agenda politica. Di certo c’è che se continuiamo a essere colonia interna italiana non cambierà niente su questo fronte. Da paese indipendente possiamo attirare investimenti esteri e polarizzare quelli nazionali nostri. Il gap infrastrutturale lo recuperiamo in uno o due decenni. Vi ricordate i Cinesi che volevano investire nel Porto di Palermo o in un aeroporto al centro della Sicilia. Secondo voi chi li ha dissuasi? È l’Italia la nostra palla al piede sul piano infrastrutturale e non certo una fantomatica indipendenza.

6. La Sicilia ha troppa disoccupazione e povertà per potersi permettere l’indipendenza

La povertà dipende dalla disoccupazione, al 99%. E la disoccupazione non è una maledizione biblica, ma la conseguenza di essere attaccati a un sistema politico, fiscale e monetario che non ci appartiene e che non è funzionale al nostro sviluppo. È il legame con l’Italia (e in parte con la stessa Europa) che impedisce una allocazione di risorse e un insediamento produttivo che riducano strutturalmente la disoccupazione. La Sicilia di oggi non alloca in modo efficiente le proprie risorse umane e naturali, proprio perché – in sintesi – l’Italia glielo impedisce, e non viceversa.

In una parola questa prospettiva commette l’errore gravissimo di essere fatta “a bocce ferme” e di scambiare le attuali condizioni di sottosviluppo indotte dalla dominazione italiana, come un fatto strutturale. È esattamente al contrario. Queste tare derivano proprio dalla presenza dell’Italia. Liberata dall’Italia, la Sicilia vola. Come Malta, che è nient’altro che un lembo dell’antico Regno di Sicilia che ha avuto il destino di non essere legata all’abbraccio mortale con la Penisola. Con il quale oggi sarebbe nient’altro che una Pantelleria un po’ più grande, spopolata e derelitta.

Devo però dire grazie a questo video: mi ha convinto che, con tutta la prudenza e gradualità di questo mondo, è all’Indipendenza e alla Restaurazione dello Stato di Sicilia che tutti i Siciliani che amano la propria patria dovrebbero puntare.