Vaccinazione obbligatoria e deriva totalitaria – Appunti per una resistenza giudiziaria (I Parte)
Premessa
Questo articolo è proprio una serie di appunti, una memoria che consegnerei idealmente ad un legale, ad uno studio legale per evitare che come cittadini veniamo precipitati nell’orrore totalitario di trattamenti sanitari obbligatori (anche le deportazioni naziste erano presentati come “trattamenti sanitari”, forse ce ne dimentichiamo troppo spesso). Per questo è “lungo”, e sarà diviso in puntate. Ma non cerco qua lettori, ma solo militanti della libertà, che lo leggano, lo studino, ne facciano tesoro e possano utilizzarlo come modesto contributo per una resistenza libertaria.
Intanto un caveat iniziale. Rifiutiamo la categoria stupida di “negazionismo”. Essa è un’etichetta di quelle che il sistema conia per mettere a tacere ogni forma di dissenso (euroscettico,…). Ma soprattutto la nego nel merito. Chi nega l’esigenza di provvedimenti e trattamenti sanitari quando il sistema sanitario va OGGETTIVAMENTE sotto stress, è un cieco, uguale e contrario, a coloro che crede di combattere, ma solo molto più ingenuo. Il negazionismo puro e semplice esiste, e ne prendo le distanze, anche se a tratti psicologicamente lo capisco. Quando perdi la fiducia in chi ti governa non credi più a nulla, neanche all’evidenza. Ma qua non voglio parlare delle strategie sanitarie migliori, per i quali lascerei la parola ai virologi, quelli VERI, e non in conflitto di interessi, in sana mediazione con la politica, con una politica democratica, e nell’ambito di un dibattito aperto e senza pregiudizi. Ma NON siamo in queste condizioni e comunque non è questo oggetto dell’articolo. Di prevenzioni e cure, se sarà opportuno, parleremo in altra sede.
L’oggetto di questo articolo è un altro: i vaccini obbligatori contro il Covid19. Gli interventi apparentemente soltanto “mediatici” sull’obbligatorietà del vaccino non promettono nulla di buono. Il Governo tace, manda avanti a tastare il terreno i pasdaran, quelli che vogliono “zittire” il dissenso o che “se la Costituzione non lo consente troviamo un cavillo o la modifichiamo”. La violenza e la rozzezza di queste avances è agghiacciante e spande terrore. Il silenzio, complice, dell’esecutivo, non promette nulla di buono.
Ormai siamo abituati a tutto, alla rottura di qualunque argine istituzionale, all’“Uomo solo al comando”, in un incredibile quadro di assenza di qualunque anticorpo istituzionale, a cominciare dal Quirinale, che tace, tace, tace, e, quando dice qualcosa, lo fa solo per invocare assenza di opposizione e acquiescenza al pensiero unico. No, non credo che da quella parte possa venire una difesa. Vorrei sbagliarmi. La storia è piena di “capi di stato” che avrebbero potuto fermare l’onnipotenza dell’esecutivo e non l’hanno fatto: Vittorio Emanuele III, fino al 1943, Hindenburg, dal 1933 al 1934. Mi auguro di sbagliarmi.
La mia previsione è che – com’è come non è – fra uno o due mesi ci ritroveremo con un “quasi” obbligo vaccinale, che non sarà obbligatorio, ma che non lo sarà come non lo era la tessera fascista nel Ventennio. Chi non lo fa non solo non potrà prendere l’aereo, ma non potrà spostarsi, non potrà entrare in un qualunque luogo pubblico (cine o teatro), non potrà entrare in un negozio, non potrà andare a scuola, non potrà lavorare dappertutto o quasi dappertutto. Potrà solo restare tappato in casa o, se esce per fare due passi, dovrà tenere SEMPRE la mascherina, anche quando, in una condizione di questo tipo, essa sarebbe un obbligo palesemente vessatorio e inutile.
La reazione del Popolo? Oggi, 27 novembre, forse ci sarebbe ancora. Ma con il solito controllo totale dei media, già sperimentato per altri assurdi obblighi, e sperimentato con successo, il solito bombardamento senza contraddittorio renderà normale l’orribile, renderà normale, come disse bene Göring a Norimberga, qualunque cosa in nome della paura, anzi del terrore, che sarà sparso a piene mani e corroborato dal manganello digitale.
Perché un’iniziativa legale e quando
E allora? Subiamo? Fermiamoci un attimo.
Cosa sta succedendo negli USA in questo momento. Dai canali ufficiali non se ne sa praticamente nulla. Cercando di documentarsi da soli le informazioni sono contrastanti, contraddittorie. Un dato sembra incontrovertibile. C’è in atto una valanga di ricorsi, a livello statale e federale, da parte del team di Trump e di “We the people”, che fanno semplicemente impressione (avete sentito parlare del cd. “Kraken”? Se non lo avete sentito nominare, cercatelo, e vedete di che si tratta).
Difficilmente la montagna di inganni, frodi, menzogne, che è stata messa su per ribaltare il risultato delle elezioni potrà restare indenne da questa valanga. Come finirà in ogni caso? Non lo so, ma non posso fare a meno di notare l’enorme differenza tra USA e Italia.
Là due forze politiche, anzi socioeconomiche, l’un contro l’altra armate. Organizzazioni serie. Esiste un governo e un’opposizione. La stampa è controllata militarmente dall’élite, ma non al punto da mettere a tacere del tutto le voci dissonanti. La magistratura, infine, non è allineata e coperta con il potere, non del tutto almeno.
In Italia è tutto diverso. La cd. opposizione non muove un mignolo contro il regime in atto. Vota compatta manovre di bilancio e stati di emergenza. Non ha nulla da dire sull’ingegneria sociale promessa (o minacciata) come contropartita per gli aiuti UE. Insomma, in due parole, NON È un’opposizione! Temono che se dicono una cosa dissonante crollano nei sondaggi, ma non si pongono il problema di rendere plurale l’informazione. Affidata questa a due o tre dissidenti: Paragone, Sgarbi, Cunial, qualche altro… Dissidenti che, dopo la normalizzazione costituzionale ormai ventura, al prossimo Parlamento, castrato, non si potranno più presentare. La Magistratura? Boh?! Chissà, ne abbiamo viste di tutti i colori. Resta qualche specialista sanitario, vero, che timidamente, sempre più timidamente invero, ogni tanto pone qualche paletto, ponendosi a rischio di ostracismo professionale.
E tuttavia questo non giustifica l’inerzia totale che vediamo, o le reazioni scomposte e isolate: petizioni su change.org che raccolgono 1000 sottoscrizioni, manifestazioni di piazza di 3.000 persone. Tutta brava gente, qualche infiltrato, qualche visionario caporione, ma se si resta a queste reazioni, tutto è funzionale al consolidamento del regime.
Secondo me bisogna unire le forze, e bisogna farlo PRIMA che si arrivi al provvedimento CRIMINALE dell’obbligo vaccinale indistinto. Non farsi prendere di sorpresa, studiare già da ora le contromosse giuridiche. Raccogliere fondi e adesioni. Gli sparuti parlamentari di opposizione hanno la visibilità necessaria e gli strumenti per farlo. Ma lo devono fare per tempo. Anche perché il “vaccino” NON È il progetto terminale di questi delinquenti. Ma è soltanto il progetto terminale della prima fase dello stesso. Altri ne seguiranno, per un controllo, anche numerico, della mandria asservita di umani, sempre più stretto, sempre più aperto alle modificazioni genetiche ed antropologiche. Una volta entrati nella distopia non sarà facile uscirne. Organizzarsi, e mettere da parte le proprie battaglie della vita, diventa un DOVERE MORALE per ogni essere umano libero.
Io metterò da parte la liberazione della Sicilia, altri metteranno da parte l’imperativo ambientale, altri – che so? – altra questione che sta loro a cuore. Quello che sta accadendo è prerequisito per qualunque battaglia civica e non ammette dilazioni. Questo il mio piccolo contributo.
L’opposizione specifica al vaccino obbligatorio in termini giuridici
Non sappiamo ad oggi quale sarà il provvedimento o la serie di provvedimenti che introdurranno, de jure o de facto, l’obbligatorietà del vaccino. Sarà compito degli studi legali, al momento opportuno declinare queste premesse secondo il tipo di provvedimento e il foro competente.
Qua buttiamo giù le linee che potrebbero seguire per invalidare il provvedimento.
Intanto un punto d’attacco è che la mancanza di obbligo potrebbe essere puramente formale. Se il Governo non mette l’obbligatorietà del vaccino è perché riconosce l’impossibilità costituzionale dei trattamenti sanitari obbligatori. Se però, nel coacervo di provvedimenti di “appoggio”, …
si limita al cittadino non consenziente al trattamento “quasi”-obbligatorio, il diritto al lavoro, e quindi la possibilità di sostentarsi,
il diritto ad approvvigionarsi di qualunque bene o servizio,
il diritto a partecipare a qualunque manifestazione sociale,
la libertà di circolazione,
o si impongono inutili (da un punto di vista strettamente sanitario, sfido a dimostrare il contrario) segni distintivi pubblici, che ricordano le “Stelle di Davide”, come l’uso della mascherina anche in luoghi aperti in assenza di contatti ravvicinati o prolungati con altri esseri umani, o quando ormai il “virus” sarà stato del tutto debellato e fuori da ogni statistica sanitaria,….
non c’è dubbio che l’obbligatorietà FORMALMENTE NEGATA, poi viene SURRETTIZIAMENTE REINTRODOTTA con provvedimenti-capestro e a tempo indeterminato.
Se quindi il Giudice riconosce che l’obbligatorietà del vaccino è incostituzionale e, ancor prima, contraria ai diritti dell’uomo inalienabili, deve riconoscere anche l’illegittimità di provvedimenti che rendono tale obbligatorietà di fatto ineludibile, ancor più se in mancanza di un’evidenza scientifica inoppugnabile e incontrovertibile che questi provvedimenti sono indispensabili per evitare una vera e propria strage.
Altro punto di attacco è la evidente assenza di adeguata sperimentazione. Nessun vaccino, a memoria d’uomo, ha avuto tempi di sperimentazione così brevi. Di fatto, e qui ci si deve servire dell’apporto di specialisti sanitari che non abbiano paura di esporsi (in fondo lo stesso Crisanti si è lasciato scappare, in un momento di sincerità, questa verità elementare), si stanno saltando tutta una serie di passaggi sperimentali e la sperimentazione si sta facendo direttamente sulla cavia umana. Nessuno ha garanzie che l’introduzione massiccia di un obbligo generalizzato non possa indurre, anche nel medio-lungo termine, danni ben maggiori del presunto rischio che il vaccino andrebbe a neutralizzare. Su questo ogni buon legale dovrebbe avere gioco sin troppo facile. L’evidenza, anche storica, e le testimonianze ex professo non sono difficili da reperire, anche di ottimo livello. Perché questa “premura”? Perché, con ogni probabilità, la “pandemia” (che sia vera o presunta tale), rischia comunque di esaurire il proprio ciclo, come qualunque altra epidemia della storia umana, in un periodo massimo di due anni. A quel punto, il vaccino, sul quale insistono spaventosi interessi economici, sarebbe palesemente inutile e sarebbe rigettato da tutta l’opinione pubblica, a quel punto non più bombardabile con dati falsi di contagiosità. Se i tempi di ricerca per un vaccino sono quelli che sono, nessuno ha diritto di accorciarli nel nome dell’interesse economico.
Poi, altro punto debole, strettamente interno alla logica del vaccino, è la paventata necessità di un continuo richiamo annuale di cui si apprende da fonti giornalistiche, e sul quale si ha diritto di saperne di più. Se il virus, per sua natura, è mutante, il richiamo, con varianti dello stesso, genererebbe una spaventosa dipendenza perpetua dell’intero genere umano da un trattamento sanitario specifico; spaventosa dipendenza, sanitaria ed economica, di cui è corretto valutare il costo prima di introdurla a cuor leggero. Abbiamo diritto di sapere se lo Stato, prima di prendere provvedimenti di questa portata a cuor leggero, ha verificato se il soggetto vaccinato, indebolito dal vaccino, dovrà sottoporsi a questo trattamento “per tutta la vita”.
Altra “amenità” facilmente attaccabile è che la popolazione da coprire non sarebbe più, come storicamente è sempre stato per ogni vaccino, data da alcune categorie di persone particolarmente deboli o esposte, ma l’intera popolazione mondiale. Le ragioni di una tale assurdità devono essere adeguatamente motivate, da un punto di vista scientifico, e non mi pare lo siano. Se è, al contrario, conclamato che più del 95% dei portatori del virus sono asintomatici o paucisintomatici, e se – come in tutta la storia virologica mondiale – anche questo virus finirà per adattarsi all’organismo umano, perché mai si deve vaccinare il mondo intero e non solo quei piccoli segmenti di popolazione particolarmente vulnerabili? La motivazione ufficiale, che non sta in piedi logicamente, è che questa vaccinazione serve per proteggere quella piccola frazione della già piccola frazione dei soggetti vulnerabili che, a sua volta, non può vaccinarsi per qualunque ragione. Vedremo più avanti perché questa motivazione di rincalzo non sta neanche in piedi.
Altro punto d’attacco è che i cittadini, prima di accettare un obbligo del genere, avrebbero quanto meno diritto di sapere se la sequenza genetica completa del virus è stata isolata o soltanto alcuni frammenti della stessa. Come è possibile creare un vaccino, e ancor peggio imporlo a tutti, se ancora non è completamente noto alla comunità scientifica nella sua integrità la sua struttura? Anche qui, nel ricorso, si ha bisogno dell’apporto di specialisti di genetica virologica.
(Segue)
Ps. Vi avverto. Non so quante puntate verrà. Molti si stancheranno, forse. Ma questa non è “pubblicità”. E’ materiale per studi legali…
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